
All’Anteo una storia di leonesse che mette il buon umore
16 Settembre 2022
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Non potrei essere più d’accordo.
È vero: c’è la dolce attesa – quella che ti fa sentire le farfalle nello stomaco per l’emozione di qualcosa di nuovo in arrivo (una nascita, una festa, un viaggio, un progetto…). Ma in quella sensazione trovo che ci sia sempre anche un po’ di angoscia, come ha scritto il regista Paolo Sorrentino raccontando la genesi dell’installazione che presenterà a Milano in occasione del prossimo Salone del Mobile, dall’8 al 13 aprile.
C’è il timore che quella festa, quel progetto o quel viaggio, possano rivelarsi diversi da come ce li aspettavamo e deluderci o, peggio, farci soffrire.
E poi c’è l’attesa di un referto o di un responso medico, di un concorso o di un esame. Di qualcosa che potrebbe cambiare la nostra esistenza. «Tra le peggiori sventure della vita, c’è l’attesa», dice Sorrentino: «Quando si attende il nostro destino, non si riesce a far altro che attendere. Quando il nostro futuro dipende da un medico, da un laboratorio, ecco che rimaniamo appesi. E angosciati».
L’attesa, però, è anche speranza – del resto, in spagnolo, il termine per “aspettare” e “sperare” è il medesimo: “esperar”.
Attendere è aggrapparsi a quell’unica possibilità che una situazione possa migliorare o che una brutta notizia possa essere smentita. È un vuoto da riempire o un’opportunità da accogliere, per dirla ancora con le parole di Sorrentino. Una terra di mezzo dove tutto è ancora possibile, dove tutto può – o potrebbe – essere più dolce. O più amaro.
Il progetto-installazione del regista si intitola La dolce attesa e sarà visitabile all’interno dei padiglioni 22-24 di Fiera Milano a Rho, aperti al pubblico nel weekend del 12 e 13 aprile. Si presenta un po’ come una metafora dell’esistenza, un luogo sospeso in cui angoscia ed emozione, paura e speranza si intrecciano. E apre una riflessione su come dovremmo ripensare e rendere più accoglienti, più umani, i luoghi dell’attesa, per accompagnare questi sentimenti e renderli più dolci, accettabili e gestibili.
«Così, forse, aspettare può diventare meno penoso. Perché diventa altro. La nostra sala d’attesa vuole essere un’altra cosa. Non ti costringe a star fermo, ma ti lascia andare. Un piccolo viaggio, come da bambini, su giostre rassicuranti», dice Sorrentino.
Come avrai capito, la mia attesa per l’installazione di Sorrentino è grande!
Perciò ho voluto partire da questo progetto per raccontarti come Milano si prepara a ospitare un calendario di eventi artistici e culturali ricchissimo nelle prossime settimane. Si comincia il 1° aprile con l’Art Week, in concomitanza con la fiera MiArt (dal 4 al 6 aprile al centro congressi MiCo), e si prosegue con la Design Week, dal 7 al 13 aprile in contemporanea con il Salone del Mobile.
Le due manifestazioni sono connesse idealmente, attraverso alcune mostre e iniziative che saranno visitabili durante lo svolgimento di entrambe. In particolare, ci sarà un passaggio di testimone ideale sabato 6 aprile che – di nuovo – fa crescere la mia attesa: al Museo Pietà Rondanini del Castello Sforzesco inaugurerà Mother, l’installazione site-specific di Robert Wilson. L’artista e regista teatrale americano darà la sua interpretazione del capolavoro incompiuto di Michelangelo, mettendolo in dialogo con un gioco di luci da lui stesso progettato (Wilson è considerato uno dei maestri viventi dell’uso della luce) e con le musiche di Arvo Pärt. L’opera, realizzata in collaborazione con il Comune di Milano, resterà visibile fino al 18 maggio.
I programmi della Art Week e della Design Week sono davvero enciclopedici, per questo ti consiglio di guardare direttamente i siti ufficiali delle due manifestazioni, dove sono raccolte tutte le iniziative. Personalmente ti segnalo, all’interno della settimana dell’arte, la prima grande retrospettiva in Italia dell’artista iraniana Shirin Neshat al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea; il progetto di Nico Vascellari a Palazzo Reale; la mostra Rauschenberg e il Novecento al Museo del Novecento.
Per quanto riguarda il Fuorisalone, sono confermati eventi in tutti i principali “distretti” cittadini del design (Brera, 5Vie, Durini, Isola, Porta Venezia, Tortona e Studiopiù), ma anche tanti progetti in quartieri meno centrali e persino fuori città, come i progetti di Alcova a Varedo, dove prosegue il lavoro di recupero e rilancio di spazi architettonici in disuso.
L’aspetto per me più significativo della Design Week di quest’anno è, però, il titolo scelto, Mondi Connessi. Perché anche solo la volontà programmatica di creare ponti e connessioni attraverso la bellezza, la storia, l’arte e il design in un momento storico in cui, invece, tornano a prevalere egoismi nazionalistici e divisioni, protezionismi e negazione dei diritti, è secondo me un atto coraggioso e politico che voglio sostenere.
Ti auguro che quello che vedrai sarà all’altezza delle tue attese!